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Blog composto da emozioni per dare un senso al mio disagio di giovane vecchio.

giovedì, maggio 25, 2006

merano 3 (schegge) il caso luna park

Eccoci alla terza parte più breve delle trilogia su Merano, mio omaggio personale a quella (quelle ?) di Lars von Trier, sicuramente più celebre. Il concetto che voglio esplicare oggi è particolarmente difficile da comprendere per i non Meranesi, ammesso che qualche non meranese legga questo blog, ma comunque proverò a definirlo in maniera scientifica.
I meranesi non possono prevedere il tempo che ci sarà, eccezion fatta per le giornate in cui è presente il luna park.
Ora vi sono diverse premesse da fare:
1) il luna park capita sempre in autunno e primavera, ma sempre in mesi e giorni diversi;
2) questa tendenza è rilevata da TUTTI i meranesi.

Difficile definire le cause o la causa ma nelle giornate in cui è presente il luna park il tempo volge al brutto e piove. Questa è, come ho detto, una tradizione nella nostra cittadina ma la domanda con cui vorrei chiudere questo post è la seguente:
i gestori del luna park pensano che a Merano sia sempre brutto tempo?

9 commenti:

Anonimo ha detto...
25 maggio, 2006 13:58
 

Prima di tutto vorrei confermare la coincidenza tra la presenza del luna park e il brutto tempo. Tutto questo mi fa pensare: ma questo succede solo a merano?

Il luna park forse potrebbe aiutare a rendere fertile il deserto portando si dietro una specie di pioggia tropicale e risolvere così anche la fame nel nondo? Pensateci...

Il termine giostraio ha sicuramente origini pre-romane e significa con ogni probabilità portatore di sfiga.

Per sfuggire al loro triste destino e all'emarginazione dal mondo civile devono cercare di far ridere e divertire più persone possibili per rendere meno grave il loro status.

Da qui l'idea di gestire luna park in tutto il mondo. Consapevoli di non poter restare per molto tempo nello stesso posto per non attirare maledizioni(dovute al maltempo, che da secoli li accompagna) e insurrezioni da parte delle popolazioni che li ospitano, devono spostarsi in continuazione.

Che destino infame!

Anonimo ha detto...
25 maggio, 2006 17:18
 

infatti... scappano dalla pioggia

Anonimo ha detto...
25 maggio, 2006 18:47
 

la locusta ardita si candida a etimologo di riferimento della comunità bloggante...

l'anonimo ero io

La storia del primo giostraio si perde nei meandri della storia, la dove il confine tra cronaca e mito è molto labile. Il suo nome era Morganus Tagadatis. Egli, come Prometeo, sfidò gli Dei asserendo di poter portar giubilo nelle tristi vite degli uomini e inventò così la ruota della tortura e la tauromachia (antenati delle gabbie volanti e del toro meccanico). Zeus, che voleva aver sempre l'ultima parola su tutto ciò che riguardava l'umore dell'umanità tutta, non vedeva di buon occhio Morganus e, come al solito, decise di punire chi dimostrava d'avere un po' d'iniziativa.
E Zeus mandò i terremoti, e Morganus commercializzò il tutto chiamandolo Tagadà.
E Zeus mandò i maremoti, e Morganus inventò il Morgan.
E Zeus mandò gli spettri, e Morgan inventò il Tunnel dell' orrori.
E Zeus, che cominciava ad averne le palle piene, decise di non mandare più niente e far poiombare il tedio sull'attività di Morganus. E Morganus, che ne sapeva una più del diavolo, creò le sale giochi, i carriscontro, le mele caramellate e lo zucchero filato.
Allora Zeus, che capì di non poterla vincere, decise allora di mandare una perenne pioggerellina, così, tanto per rompere i coglioni. Morganus, che stava invecchiando e non aveva più fantasia per replicare le malignità di Zeus, accettò passivamente. Da allora la pioggia tormenta i Luna Park.
La cosa ha anche fondamento scientifico: a Castel Nuovo del Garda, nell'anno 354 a.C., Prezzemolus da Peschiera fece costruire un Luna Park stabile. Piovve per secoli e si formò il lago di Garda.

storia affascinante, ma fare un blog tutto tuo?

Anonimo ha detto...
26 maggio, 2006 11:59
 

Eeh pablito si è superato...averne, di narratori così, averne...

Anonimo ha detto...
28 maggio, 2006 19:45
 

C'è chi giura d'aver visto - poco prima di un improvviso annuvolamento - alcuni nani armeggiare con una sorta di bizzarro marchingegno, posto all'interno del furgone adibito al trasporto dolciumi.