Benvenuti

Blog composto da emozioni per dare un senso al mio disagio di giovane vecchio.

lunedì, gennaio 08, 2007

Le teorie di Marx


Karl Marx nasce nel 1818 a Trier (che in italiano si dice treviri). Le sue teorie in merito al capitalismo sono ampiamente illustrate nel testo "il capitale", scritto tral 1860 e il 1870, nel quale egli critica ampiamente il ruolo del capitalista ed il sistema ad esso connesso. Più precisamente egli individua due processi distinti nel suo sistema, uno di formazione del prodotto ed uno di circolazione del capitale.
All'inizio della fase produttiva il capitalista usa il suo capitale monetario al fine di acquisire capitale varibile (forza lavoro) e capitale costante (mezzi di produzione). I lavoratori, secondo le teorie classiche devono partecipare al processo produttivo senza interferire con le decisioni produttive ne spendere il salario. Tale concetto porta ad un appropriamento totale del prodotto da parte dell'imprenditore che attraverso la vendita del prodotto riesce a recuperare il capitale investito e ad ottenere un profitto, ingiustificatamente alto secondo Marx visto che i lavoratori percepiscono salalrio in base al livello di sussistenza e non al lavoro prestato. Dunque l'imprenditore ottiene una quota superiore, il plusvalore o il pluslavoro, che è pari alla differenza tra ore totali lavorative e ore necessarie alla sussistenza. Il problema principale del capitalista è mutare il valore del prodotto B=C+V+pl (pluslavoro) in ricavi ovvero R=C+V+pr (profitto sul lavoro).
Essendo le ore lavoro il numerario per la determinazione del valore di produzione, il profitto totale del sistema sarà pari al plusvalore totale. In un sistema dove la tecnologia o composizione organica (definita così dallo stesso) sono identiche, il profitto sarà uguale per tutti. Tale situazione non avviene per colpa della concorrenza visto che aumentando la composizione organica alcuni imprenditori ottengono maggior profitto. Essendo tale comportamento generalizzato il sitema sarà destinato a crollare perchè la composizione organica è data da C(capitale costante)/V(capitale varibile-forza lavoro) e per aumentare la stessa sarà necessario che diminuisca il lavoro dell'uomo provocando una diminuzione del profitto nel sistema.

Mi chiedo io, come cazzo fa una persona sana a teorizzare una cosa del genere?
C'è solo una spiegazione: era un genio.
That's all folks.

commenti:

Anonimo ha detto...
08 gennaio, 2007 17:04
 

Proprio in questi giorni pensavo al buon carletto e al pensiero sinistroide e sinistrorso, cercando di capire come mai ancora oggi i miti della sinistra si riversino nelle teorie marxiste(ancora valide per carità), nella figura del Che e in quella piccola parentesi italiana targata Berlinguer...
La conclusione a cui sono giunto è che ahimè, la sinistra non è riuscita a rinnovarsi, proponendo miti oramai lontani nel tempo dipingendo solamente le cose belle mitizzandole appunto.
Temo di dover dire che la sinistra italiana sia definitivamente morta assieme al suo non pensiero.
E' ora di andare oltre, non possiamo più essere di sinistra semplicemente perchè non esiste una sinistra, sempre che sia mai realmente esistita...

Parco Pregiato